Mangiare sushi
In gravidanza è rischioso?

Ristorante Chopstick

In seguito alla dilagante passione degli italiani (e non solo) per il sushi, si è cominciato a chiedersi se questo alimento fosse salutare o meno, se mangiare pesce crudo fosse pericoloso o meno.
In particolare, per le donne incinte: durante la gravidanza bisogna prestare la giusta attenzione all’alimentazione, per non compromettere le condizioni generali di salute sia della mamma che del nascituro.

Da qui la domanda, che si saranno poste sicuramente molte mamme in attesa preoccupate: il sushi si può mangiare durante la gravidanza?
La risposta emersa da vari studi al riguardo è: sì, il sushi in gravidanza si può mangiare, a patto di osservare alcune buone norme che valgono assolutamente per tutti, donne incinte e non e uomini.
Vediamo perché.

Il consumo di pesce crudo presenta di per sé un rischio insito: quello della presenza di microorganismi o larve di parassiti dannosi per l’uomo. Il parassita più comune che si può trovare nel pesce è l’Anisakis, che nell’uomo causa problemi intestinali anche piuttosto seri e le cui larve non sopravvivono alla cottura o al congelamento. E lo stesso vale per i microorganismi responsabili di infezioni, come la salmonella ad esempio. Innanzitutto, nel caso di contatto con cibi contaminati da questi patogeni, si può rassicurare che non ci sono rischi diretti per la salute del nascituro; va comunque evitato in ogni modo, poiché durante la gravidanza sarebbe bene preservare lo stato di buona salute della mamma ed evitare qualsiasi terapia farmacologica.

Ma se il pesce è di ottima qualità ed è stato adeguatamente trattato, secondo quello che è previsto da anni dalla legge italiana ed europea, i pericoli legati a queste contaminazioni, anche relativamente alla gravidanza, vengono azzerati.
La legge infatti prevede l’abbattimento di qualsiasi tipologia di pesce destinato ad essere consumato crudo. Cosa significa abbattere?

Significa che il pesce fresco deve essere posto in un abbattitore di temperatura, dove raggiungerà molto velocemente temperature non superiori ai -20oC e vi dovrà rimanere per almeno 24 ore prima di poter essere consumato. Questo trattamento uccide qualsiasi larva o microorganismo pericoloso, esattamente come la cottura.
Quindi, se si può stare certi che il nostro ristorante preferito attua tutte le norme igieniche riguardo la manipolazione e conservazione del pesce e lo abbatte, il consumo di sushi non è sconsigliato durante la gravidanza. L’importante è affidarsi ad attività serie e coscienziose che rispettino davvero alla lettera le indicazioni della legge, frutto di anni e anni di studio in materia.

-Sushi e toxoplasmosi
Una delle cose più temute in gravidanza è la toxoplasmosi, che se non si è avuta prima, è assolutamente necessario evitare in quel periodo. Questa sì è una malattia pericolosa per il bambino. È un’infezione che si contrae attraverso un parassita, il Toxoplasma gondii, che si trova nelle feci dei gatti, nella terra che è venuta in contatto con queste, nella carne cruda di animali che si sono infettati e nelle verdure crude che possono essere entrate in contatto con la terra in cui il parassita è presente. Ma visto il suo ciclo di vita e il suo habitat, si può escludere qualunque tipo di relazione fra il pesce, crudo o meno, e la toxoplasmosi.
L’unico pericolo è quello di contaminazione incrociata, che si verificherebbe utilizzando, ad esempio, gli stessi utensili per tagliare verdure contaminate e pesce crudo. Ma questo discorso vale per qualsiasi alimento, non ha assolutamente nessuna relazione diretta con il pesce.

Durante la gravidanza il pesce è un elemento fondamentale di una dieta sana, equilibrata e variata. Quindi non c’è assolutamente la necessità di creare allarmismi. L’unica raccomandazione, forse, è quella di evitare pesci di grandi dimensioni come il tonno, che accumulano nelle proprie carni grosse quantità di mercurio, dannoso per il bambino. Ma non solo crudo, anche cotto. Quindi anche in questo caso non è un discorso strettamente legato al sushi.

Come in ogni ambito, la regola migliore da seguire è il buon senso. Abbiamo tutte le informazioni, frutto di anni di studi e di ricerche. Non dobbiamo vivere nell’ignoranza, ma neanche nel terrore.
Il consiglio migliore per tutti è affidarsi a professionisti seri, coscienziosi nel loro lavoro e rispettosi delle leggi e soprattutto dei clienti, che offriranno prodotti di altissima qualità e trattati adeguatamente, in modo da azzerare qualsiasi rischio.